martedì 27 dicembre 2011

L'Argentina è in lutto. Il sottosegretario al commercio, all'uscita da una riunione con il Fondo Monetario, si impicca all'età di 33 anni.



Tempi duri per i puri, non vi è dubbio.

A Montevideo, Uruguay, ieri notte, il sottosegretario alla presidenza e al commercio nonché l'uomo che sarebbe dovuto essere il prossimo ministro dell’economia della Repubblica Argentina, Ivan Heyn si è impiccato nella sua stanza d’albergo, all’Hotel Radisson.

La notizia, indifferente per noi europei, viene vissuta come una enorme tragedia per tutta l’America Latina e anche in Usa l’evento ha suscitato un forte impatto.

Per diversi motivi. Tra cui, non ultimo, la giovane età dell’economista: 33 anni.

Considerato il padre dell’attuale rivoluzione economica argentina, Ivan Heyn si trovava a Montevideo per una riunione allargata del Mercosur (sarebbe il corrispondente in America Latina della Unione Europea) alla quale erano stati invitati anche i responsabili di Usa e Gran Bretagna. Uscendo da una riunione ristretta con i delegati del Fondo Monetario Internazionale, l’economista ha pronunciato la frase “io questo non lo posso proprio fare”. Da quel momento è sparito e nessuno l’ha più visto.

Dieci ore dopo è stato trovato impiccato nella sua suite dell’albergo.

In Argentina gli stanno tributando un enorme cordoglio. Veniva soprannominato “el economista callejero”, l’economista di strada, perché proveniva da una famiglia povera, e nonostante la sua prestigiosa carriera, aveva scelto di rimanere a vivere nel suo quartiere natìo di Constituciòn, tra i più popolari e poveri della capitale Buenos Aires, dove era riverito e amato dalla gente. Si era laureato in economia a 24 anni e, per un caso fortuito, al bar dell’università, il giorno della laurea, aveva incontrato Maximo, il figlio primogenito della presidenta Christina Kirchner, con il quale condivideva il fatto di essere fidanzati con due gemelle. Attivo militante del gruppo La Càmpora, la frazione più a sinistra del partito peronista al potere, si era specializzato in macro economia e aveva accettato una consulenza al ministero dell’economia, diventando poi consigliere personale della Kirchner. In seguito, lei stessa aveva fortemente spinto per farlo accettare dagli anziani del partito dandogli il sottosegretariato al commercio e indicandolo chiaramente come la figura preminente a cui affidare nel 2012 il dicastero dell’economia.

Un anno e mezzo fa, nel corso di una riunione del Fondo Monetario Internazionale, si era scontrato con Strauss Kahn rifiutandosi di accettare e seguire le indicazioni del fondo che vedevano con preoccupazione l’alta inflazione in Argentina (circa il 30%). Post keynesiano tinto di marxismo, Ivan Heyn – il padre era un intellettuale libertario tedesco sfuggito alla persecuzione della Stasi nella Germania dell’est ed emigrato in Argentina nel 1966- aveva lanciato un ambizioso programma che si è rivelato vincente. “Abbiamo tre nemici: la povertà dei ceti disagiati, l’impoverimento dei ceti medi, e il rischio di conflitti sociali interni” aveva sostenuto, varando un piano economico (bocciato dal Fondo Monetario Internazionale) che ruotava intorno a un allargamento del welfare, a un massiccio impegno di sovvenzioni sociali per il rilancio del consumo interno, aumentando le tasse ai ceti ricchi e abbattendo le aliquote fino a zero a tutti i ceti imprenditoriali della fascia media a condizione che assumessero almeno dieci giovani tra i 18 e i 28 anni.

In seguito alle sue idee applicate, l’Argentina è cresciuta nell’ultimo biennio a una velocità del 9,2% l’anno, seconda nel mondo soltanto alla Cina, con l’abbattimento della povertà, e la disoccupazione che dal 22% è scesa al 4%. Il prezzo da pagare è stato un incremento altissimo dell’inflazione, severamente condannato sia dal Fondo Monetario che dall’Europa. Celebre il suo scontro con il collega tedesco in visita ufficiale, quando, alla conferenza stampa in televisione, ebbe a dire “Che cosa me ne importa a me di avere una inflazione al 3% come avete voi in Europa essendo infelici tutti, se io posso dare felicità alla mia nazione con una inflazione al 30%? Lo so da me che va abbassata, ho studiato economia anch’io. Lo faremo. Ma lo faremo soltanto quando ci saremo ripresi tutti. Non prima. La felicità ha valore soltanto se può essere condivisa collettivamente, è una teoria economica, questa, e mi meraviglio che lei che viene dal Primo Mondo non lo sappia. La felicità per pochi privilegiati, non è vera felicità, è avidità bulimica. E’ un peccato mortale. Lo sa anche il papa. E noi siamo cattolici”.

E’ molto probabile che non sapremo mai perché si è ucciso.

La sua ultima riunione era relativa al fatto che l’Argentina aveva denunciato per protezionismo sia gli Usa che la Gran Bretagna sei mesi fa. Il governo Usa e quello britannico, infatti, hanno bloccato l’importazione di limoni argentini con la scusa che non rispettavano i parametri sanitari della Unione Europea. L’Argentina è il primo paese al mondo produttore di limoni. Gli argentini avevano protestato sostenendo che si trattava di un trucco dato che la Coca Cola e la Lipton acquistano in Argentina il 90% dei loro limoni, perché il rapporto prezzo/qualità è il più competitivo in assoluto al mondo.

E’ in atto, in questi mesi, un furioso scontro tra il Mercosur (Cile, Bolivia, Argentina, Brasile, Paraguay, Venezuela, Peru, Uruguay, Ecuador) e l’Europa. I sudamericani hanno apertamente accusato l’Unione Europea “di essersi venduta ai cinesi facendo passare un discorso sulla quantità a scapito della qualità” e gli argentini si sono dichiarati orgogliosi di essere l’unico paese al mondo che in Cina esporta senza importare nulla. L’Argentina, infatti, vende il 95% della propria soja (è il primo produttore al mondo) alla Cina. Inoltre, in Argentina, la Cina viene presentata al pubblico come un paese fascista.

Una gigantesca campagna pubblicitaria progresso voluta proprio da Heyn, nel 2009, verteva proprio su quest’aspetto, contestata dagli Usa e dalla Germania che sostenevano violasse i principii democratici della convivenza esaltando il razzismo. Gli argentini se ne sono fregati. La campagna ruotava tutta intorno allo slogan “i cinesi sono tanti ma le loro merci valgono davvero molto poco: meglio acquistare merci argentine. Siamo pochi ma ciò che produciamo vale molto”.

In tutto il Sudamerica hanno deciso una giornata di lutto nazionale, per ricordare il più giovane economista mai assurto al rango di ministro dell’economia nella martoriata storia del territorio latino del continente americano.

Che riposi in pace.



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lunedì 5 dicembre 2011

Il Lato Oscuro del Nuovo Ordine Mondiale

Tutti conosciamo l'enorme diffusione di corporazioni e multinazionali, in qualsiasi parte del mondo.
Senza dubbio, queste enormi entità sovranazionali hanno contribuito a creare ricchezza e benessere, soprattutto per i loro azionisti, ma forse non siamo a conoscenza dell'impatto negativo, che queste corporazioni hanno sull'ambiente, sulla salute, e sulle popolazioni locali, utilizzate come manodopera a basso costo.





Marcello Pamio Il Lato Oscuro del Nuovo Ordine Mondiale - Macro Edizioni

Questo è un libro sul potere. Non il potere come viene rappresentato nel teatrino che quotidianamente recita le sue inutili litanie sui palcoscenici dei mass-media, ma per quello che è realmente nella sua essenza. Un potere che è unico ma che si manifesta attraverso mille volti diversi, tutti suadenti e persuasivi ma tutti allo stesso modo ingannevoli e falsi. Un potere che si nasconde agli occhi della gente perché non ha alcun interesse a mostrarsi, né tanto meno alcun desiderio di farlo poiché non deve mostrare che “il re è nudo”. È un libro difficile, questo. Come avverte lo stesso autore, le informazioni sono pochissime e spesso del tutto fuorvianti. Però, era necessario che fosse scritto, ed è necessario leggerlo fino in fondo con spirito critico. È una lettura che lascia senza fiato, tanto appaiono incredibili alcune delle informazioni che vi sono riportate. Ma è tutto perfettamente logico e conseguente. Esiste un gruppo di burattinai che domina la nostra esistenza. Sono poche famiglie che si sono impadronite del potere nel momento in cui è crollato l’ancien régime, e da allora lo gestiscono con abilità diabolica e indubbiamente geniale, passando attraverso rivoluzioni, dittature, democrazie, regimi di ogni genere senza che il loro potere ne sia scalfito se non marginalmente. Ma in che cosa consiste questo potere? Mayer Amschel Rothschild, il famoso banchiere che è uno dei protagonisti di questo libro, scrisse oltre due secoli fa: «Mi si consenta di battere e controllare la moneta di un Paese e dopo non m’importerà chi siano i suoi governanti». Da allora, un alone di mistero travestito da scienza e tecnica avvolge le maniere di battere moneta e una continua disinformazione e distorsione della verità ha ottuso le coscienze delle persone. I “Burattinai”, come li chiama Marcello Pamio, hanno preso saldamente nelle loro mani il controllo del denaro e in questo modo hanno costruito il loro potere. Le maggiori istituzioni bancarie del mondo sono nelle mani di poche famiglie, e queste banche controllano, a loro volta, per mezzo del debito, quasi la totalità della produzione mondiale d’ogni sorta di bene, soprattutto di quelli essenziali, come il petrolio, l’elettricità o la chimica.
Il potere del denaro si fonda su un inganno rozzo e in fondo banale. Non c’è niente di trascendentale nel fatto che le banche creano denaro dal nulla, niente di sofisticato. Ciò che è incredibile, è la maniera in cui questa grossolana truffa è stata fatta passare per una necessità e addirittura per un’attività filantropica. Le banche non solo ti costringono al debito se vuoi sopravvivere e fare qualcosa, ma dettano anche le leggi dell’etica, loro che fondano su una truffa il proprio potere. Nelle università, finanziate per lo più dalle banche, stuoli di servi sono pronti ad ammantare dietro un velo di tecnicismo e di assurdità logiche la truffa della creazione di denaro dal nulla e il meccanismo attraverso il quale il potere finanziario s’impadronisce della vita di tutti noi. Ogni tanto qualche spirito libero si ribella e viene regolarmente emarginato e deriso da un mondo accademico che non esita a «negare l’evidenza», come ebbe modo di sottolineare John Maynard Keynes oltre settant’anni fa. Il potere del denaro è sostenuto da un enorme apparato di persuasione che trova la sua stessa ragione di esistere nel meccanismo di riproduzione del capitale monetario. L’informazione deve produrre denaro e nel farlo si conforma alle esigenze del potere finanziario. Ma non è solo l’informazione ad essere assoggettata al potere della finanza. Come si dimostra nel libro, ogni aspetto della vita umana è sotto il controllo dei burattinai e del loro apparato di persuasione per mezzo del sistema di accumulazione di capitale monetario. La medicina genera mostri in continuazione allo scopo di vendere più medicine e accumulare più denaro, così come la scienza genera pensiero e idee solo nella misura in cui producono denaro e accumulazione. In poche parole, in ogni parte del mondo il fine di tutti è diventato quello di possedere denaro e accumularlo, e in questa maniera esso è divenuto un dio al quale tutti gli uomini sono tributari. La logica del dio denaro, l’accumulazione del capitale monetario, ha pervaso di sé tutto l’universo e ha subordinato l’umanità al proprio volere. È questo il senso di questo libro, dimostrare quanto sia assurdo un sistema generato dagli uomini in cui gli uomini stessi sono strumenti del potere di un dio posto al di fuori di loro. In questo senso, il denaro è un dio metafisico, lontano e irraggiungibile dagli uomini e che si cura solo della propria vita e del proprio potere. Il rovesciamento della medicina da strumento per la cura degli uomini a strumento per l’accumulazione del capitale monetario, il rovesciamento della giustizia stessa da strumento di regolazione dei rapporti tra gli uomini in strumento d’oppressione e di alimentazione dell’accumulazione monetaria, l’uso dell’informazione e della cultura come strumenti non per la crescita delle capacità umane ma per la riproduzione del denaro, sono gli effetti perversi del dominio del denaro e dei suoi burattinai. Il tempo di questo potere è segnato, poiché esso, dopo essersi impadronito di tutto il mondo, non è più in grado di far fronte alle necessità di sviluppo e di crescita dell’umanità. La sua logica consiste nello schiavizzare gli uomini e non nello sviluppo della loro coscienza, che presuppone ed esige la libertà. Allo stesso tempo, la storia pretende che gli uomini siano sempre più liberi e consapevoli. La stessa produzione esige una maggiore consapevolezza e coscienza dell’uomo quale produttore e consumatore. Non sarà semplice liberarsi dal potere dei burattinai e dai loro inganni, ma è necessario farlo e la loro sorte è già segnata.

Questo libro è un capitolo della sentenza della storia che li condannerà.




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