sabato 5 dicembre 2009

NO- B DAY - INTERVENTO DI SALVATORE BORSELLINO

Il fratello di Paolo Borsellino, Salvatore, è salito sul palco della manifestazione del No-B day in piazza San Giovanni a Roma con un'agenda rossa in mano. Un gesto simbolico in ricordo della famosa agenda del giudice ucciso nella strage di via D'Amelio sparita dopo l'attentato. "Il vero vilipendio è che persone
come Schifani e Berlusconi occupino le istituzioni. Schifani non vuole chiarire i rapporti avuti con la mafia nel suo studio professionale", ha detto Salvatore Borsellino, interrotto più volte dall'ovazione della folla.

mercoledì 18 novembre 2009

E' LEGGE IL DECRETO SULLA PRIVATIZZAZIONE DELL'ACQUA

La Camera ha approvato la fiducia posta dal Governo sul Decreto Legge salva-infrazioni Ue. Il voto finale sul provvedimento, dopo l'esame degli ordini del giorno, è previsto domani alle 13. Il provvedimento contiene, all'articolo 15, la riforma dei servizi pubblici locali tra i quali viene inclusa anche la gestione degli acquedotti. Una privatizzazione dell'acqua contestata dall'opposizione e che aveva suscitato qualche perplessità anche nella Lega Nord. Alla fine però il Carroccio ha votato la fiducia al Governo. I voti favorevoli sono stati 320, i contrari 270.
Sull'onda del decreto, a Piazza Affari Acque Potabili e Mediterranea Acque hanno registrato un vero e proprio boom, segnando rispettivamente un rialzo del 21,19% e del 14,22%. A detta di un analista, sulle azioni "si può notare una certa speculazione, sull'aspettativa che si muova qualcosa sul fronte idrico, che però non è ancora giustificata da nessun numero o supporto". L'esperto prosegue spiegando come "questi titoli sono talmente volatili e facili da muovere", a causa del loro basso flottante, "che basta una piccola speculazione per influenzarne i prezzi".

Per il presidente dell'Antitrust, Antonio Catricalà, quello votato alla Camera "è un buon provvedimento perchè dà luogo a una liberalizzazione da tempo auspicata. L'acqua rimane un bene pubblico ma il servizio viene liberalizzato e questo non significa necessariamente privatizzato". Catricalà fa infatti riferimento al meccanismo delle gare che la legge prevede per affidare le concessioni. A giudizio del presidente dell'Antitrust "resta tuttavia da chiarire quale Autorità dovrà stabilire gli standard di qualità essenziali e le tariffe".

Posizione diametralmente opposta quella del Codacons che prevede una stangata in arrivo per le famiglie italiane. L'associazione dei consumatori, in una nota, ha stimato quanto peserà sulle tasche delle famiglie la privatizzazione dell'acqua. "Se consideriamo in 3 anni il tempo necessario perché il nuovo sistema vada a regime, alla fine di questo processo il rischio concreto è quello di un aumento medio del 30% delle tariffe dell'acqua".

lunedì 9 novembre 2009

L'ITALIA DEI VELENI - INCHIESTA TG1

A Speciale Tg1 l'inchiesta un viaggio nell' Italia dei veleni. Ci sono cinquattasette angoli del nostro Paese dove la gente convive con sostanze tossiche, le respira, ci cammina sopra, poi si ammala e muore. E' stato fatto abbastanza per cercare di cambiare questa situazione? Gli inviati di Speciale Tg1 linchiesta sono stati a Gela, Taranto, Valle del Sacco, Laguna di Grado, Broni e Crotone. In studio con Monica Maggioni, Marco Lupo del Ministero dellAmbiente, Fabrizio Bianchi del CNR, e Stefano Leoni, ex commissario bonifica ACNA

domenica 8 novembre 2009

MAOMETTO ERA PEDOFILO - SANTANCHE' - RISSA A CANALE 5

«Maometto per noi era poligamo e pedofilo, perchè aveva nove mogli e l'ultima di nove anni»: lo ha detto Daniela Santanchè, leader del movimento per l'Italia, nel corso del programma Domenica Cinque su Canale 5. Il dibattito affrontato in studio riguardava la polemica degli ultimi giorni sulla sentenza della Corte europea dei diritti umani di Strasburgo sui crocifissi nelle aule scolastiche. «Noi vogliamo parlare di cose serie, non delle sue schifezze», replica Ali Abu Schwaima, presidente del Centro Islamico di Milano e Lombardia. I due si accusano reciprocamente di non lasciarsi parlare. «Ecco l'ignoranza sua e di tutti quelli come lei, che non hanno altri argomenti per controbattere quel che dico» afferma sempre Schwaima, mentre la Santanchè continua a ripetere «per noi era pedofilo» e Vittorio Sgarbi, silenzioso, ride di gusto. Barbara D'Urso, la conduttrice scuote la testa e, prima di chiudere la discussione, dicendo tra l'altro di avere un crocefisso in camerino, Schwaima afferma che i «mussulmani non sono quelli che mettono le bombe», mentre la Santanchè ripete che non «noi non ascolteremo mai Maometto che era un poligamo e pedofilo» e invita l'Europa a «occuparsi del fatto che in Arabia Saudita danno le bambine agli sceicchi». E mentre tra il pubblico un arabo interviene animatamente, ma senza microfono non si sente quel che dice, il presidente del Centro islamico ribadisce che «Cristo per noi è uno dei cinque profeti maggiori e lo rispettiamo come il crocifisso, che, pur ritenendolo un falso storico, non chiediamo di toglierlo dalle scuole»


martedì 3 novembre 2009

SPARTAKUS

Ergastoli confermati. Per i boss del clan dei Casalesi la condanna è il carcere a vita. La prima sezione della Corte di Assise di Appello di Napoli ha confermato le 16 condanne all'ergastolo per i boss del clan dei Casalesi. Il processo "Spartacus", risultato di una grande indagine, condotta dal 1993 al 1998 dalla Procura Antimafia di Napoli, vede il carcere a vita per Francesco Schiavone, 55 anni, detto Sandokan, Francesco Bidognetti, soprannominato Cicciotto 'e mezzanotte, e per i boss latitanti Michele Zagaria e Antonio Iovine. ll massimo della pena è stato inflitto anche a Giuseppe Caterino, Mario Caterino (latitante), Cipriano D'Alessandro, Giuseppe Diana (latitante in primo grado condannato a nove anni), Enrico Martinelli, Sebastiano Panaro, Giuseppe Russo, Francesco Schiavone, detto 'Cicciariello', Walter Schiavone, Luigi Venosa, Vincenzo Zagaria e Alfredo Zara. Pena ridotta per Giuseppe Russo: nel 2005 ebbe l'ergastolo, oggi si prende 30 anni.

Il dispositivo della prima sezione presieduta da Raimondo Romeres, è molto complesso ed ha anche modificato la sentenza di primo grado del 15 settembre 2005 (che si era chiuso il 15 settembre del 2005, con 92 condanne, 21 ergastoli) relativamente ad alcuni capi di imputazione. In aula c'era anche Roberto Saviano, autore di Gomorra, il libro inchiesta che ha raccontato le trame del clan: "E' una vittoria dello Stato, della procura antimafia e anche di tanti cronisti che hanno lavorato nell'ombra. Ma credo sia soltanto l'inizio".


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giovedì 8 ottobre 2009

BERLUSCONI OFFENDE ROSY BINDI " LEI E' PIU' BELLA CHE INTELLIGENTE" - PORTA A PORTA 7 / 10/09



Silvio Berlusconi durante la trasmissione Porta a Porta: Napolitano, ha detto, è espressione della vecchia maggioranza di sinistra, contro i processi farsa mi difenderò in tv. Battibecco con Rosy Bindi: «Ravviso che lei è sempre più bella che intelligente».


TRATTO DA LETTERE ALL'ESPRESSO

Gentile Rossini

ieri sera sono rimasta di stucco ascoltando Le parole offensive che Berlusconi ha indirizzato all’onorevole Rosy Bindi, ma neppure tanto per le parole in se stesse quanto per cio’ che ho percepito dietro di esse: la legittimazione ufficiale (se lo dice Berlusconi a Porta a Porta allora è giusto cosi’ ) di una modalita’ comportamentale irrispettosa e prevaricatoria, che partendo dal tentativo di umiliare e banalizzare le donne in generale - percio’ anche le “sue” - umilia e banalizza tutto cio’ che non sia funzionale allo scopo che si è prefisso.

Io credo che esternazioni di questo genere non possano far altro che giustificare gli atteggiamenti prevaricatori che sono sempre piu’ diffusi nella societa’ (in)civile e sono poi indirizzati non solo contro le Donne ma anche contro tutto cio’ che “disturba”.

Comunque al fine di manifestare all’onorevole Bindi tutta la nostra stima, con l’amica Elvira, abbiamo ritenuto doveroso mandarle un messaggio di ringraziamento al suo sito della Camera dei Deputati.

Confidando che molti altri si aggiungano, glielo allego:

Nadia Rota

Destinatario:
bindi_r@camera.it

Oggetto: Ringraziamento di due Donne del Forum dell‘Espresso di S. Rossini

Gentile Onorevole Bindi

Con la presente desideriamo esternarLe la nostra stima, il nostro appoggio incondizionato ed il nostro doveroso ringraziamento per il comportamento ineccepibile e per la risposta che ha dato ieri sera al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, dopo aver ricevuto le pesanti offese che lui Le ha rivolto nel corso della trasmissione Porta a Porta.

A Lei gentile on. Bindi, va la gratitudine di noi cittadine italiane “piu’ belle che intelligenti” (!), umiliate da troppo tempo dalla palese maleducazione mentale e comportamentale del presidente Berlusconi, che con le sue reiterate esternazioni sul e verso il sesso femminile spesso ha sforato in volgarita‘ intellettuale, certo provocata da un malinteso concetto del corretto rapporto relazionale - dialettico e comportamentale - che dovrebbe intercorrere tra il sesso maschile e quello femminile.

E’ quindi con stima profonda che, ringraziandoLa nuovamente per la sua ferma presa di posizione nei confronti del presidente Berlusconi, Le porgiamo i nostri piu’ cari saluti.

Nadia Rota ed Elvira Frevola
——–

Nella estrema volgarità di Berlusconi c’era, ieri sera, qualcosa di più del suo connaturato disprezzo per le donne che è incapace di vedere se non attraverso le lenti deformanti della sua patologia: donne giovani, belle e innocue, da chiamare a sé e usare a fini sessuali, politici, ornamentali; donne che lo assecondano, onorate dalla sua attenzione e dai benefici che ne possono derivare.

Ieri sera nelle parole e nel tono di Berlusconi traspariva tutto lo sconcerto e la rabbia di trovarsi di fronte una donna pensante che lo contrastava politicamente. La Bindi aveva fino allora dimostrato di padroneggiare ampiamente la materia di cui si parlava e il diritto in generale, aveva usato argomenti alti che ridicolizzavano le uscite dei due esponenti del Pdl presenti e si era persino permessa di dissentire quando lui aveva fatto irrruzione nella trasmissione con giudizi minacciosi verso il Presidente della Repubblica. Era troppo per lui che ha reagito riducendo subito il vicepresidente della Camera sull’unico terreno femminile che concepisce: il corpo. Per lui infatti, e lo ha ampiamente dimostrato in tante esternazione, la donna è un “corpo” e l’unico modo che ha di interagire con una donna è quello di ridurla semplicemente al suo corpo.
Ma non ha trovato né rossori, né imbarazzi e la pronta risposta che si è dovuto prendere: “Evidentemente io sono una donna che non è a sua disposizione”, deve essergli sembrata incomprensibile.
Quindi chapeau alla Bindi che lo ha stanato e indispettito, facendo perdere il controllo anche al leghista Castelli (l’uomo- incredibile a dirsi - ha fatto anche il ministro della Giustizia) il quale, visto il tono del capo, ha continuato con gli strumenti della sua povera formazione culturale:”Zitta zitella… zitta!”.

Vorrei però aggiungere una mia spiacevole impressione personale, che mi auguro non risponda del tutto al vero. La reazione del mondo politico oggi è stata unanime, tutte le donne e gli uomini del Pd, e anche di altri partiti, hanno offerto solidarietà alla Bindi e si sono detti sdegnati per il tono sguaiato di Berlusconi. Però tutti, e tutte, hanno messo l’accento soltanto sulla rozzezza, la maleducazione, la concezione della donna che ha il premier, ecc. ecc. Nessuno che abbia fatto notare come Berlusconi sia uscito sconfitto dallo scontro con un politico dell’opposizione che ha saputo fronteggiarlo con gli argomenti della politica e che ha suscitato in lui proprio per questo una reazione furiosa. Questa dimenticanza non è un bel segno. Fa tristemente sospettare che la visione del mondo di tipo berlusconiano abbia ormai permeato anche coloro che si ritengono - e che in effetti sono - suoi antagonisti. s.r.



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L'arte di essere saggi è l'arte di capire a che cosa si può passar sopra.
(Williams James )

mercoledì 7 ottobre 2009

TELEFONATA DI SILVIO BERLUSCONI A PORTA A PORTA - LODO ALFANO - 7 /10 /09





ROMA (7 ottobre) - «Vado avanti, queste cose mi fanno un baffo, la Corte Costituzionale è di sinistra e tutti sanno da che parte sta Napolitano». Così Silvio Berlusconi ha commentato la sentenza della Consulta che a maggioranza (9-6) ha dichiarato incostituzionale il Lodo Alfano per violazione degli articoli 3 (il principio di eguaglianza) e 138 della Costituzione (mancato uso di una legge costituzionale). Napolitano difende la Corte Costituzionale e il premier commenta: non mi interessano le sue parole. Per il Pd le dichiarazioni sul Capo dello Stato sono «inaccettabili». Per effetto della sentenza si riaprono i processi Mills e Mediaset a carico del premier. Intanto il ministro Alfano fa sapere: non pensiamo a una legge costituzionale.

In serata telefonata di Silvio Berlusconi durante la trasmissione Porta a Porta: Napolitano, ha detto, è espressione della vecchia maggioranza di sinistra, contro i processi farsa mi difenderò in tv. Battibecco con Rosy Bindi: «Ravviso che lei è sempre più bella che intelligente».

Le reazioni alla sentenza. Mentre il Pdl parla di «sentenza politica», il Pd non chiede le dimissioni del premier (come fa l'Idv) ma che Berlusconi si rimetta al giudizio dei magistrati. Anche secondo l'Udc il premier non deve dimettersi. «Andiamo avanti non ci piegano, se si ferma il federalismo facciamo la guerra» commenta Umberto Bossi.

Scontro Berlusconi-Quirinale. Il premier: Consulta di sinistra e tutti sanno da che parte sta Napolitano, non mi interessa quello che dice. «Noi dobbiamo governare cinque anni con o senza il lodo, io non ci ho mai creduto» al fatto che il Lodo passasse «perché con una Corte Costituzionale con undici giudici di sinistra era impossibile che lo approvassero». «La sintesi qual è? - aggiunge Berlusconi - meno male che Silvio c'è, se non ci fosse saremmo in mano alla sinistra». Il premier parla di «magistrati rossi» e di «stampa controllata al 72% dalla sinistra, tutti gli spettacoli di approfondimento sono di sinistra» e aggiunge: «Il Capo dello Stato sapete da che parte sta».«Queste cose qua mi caricano, agli italiani li caricano: viva gli italiani, viva Berlusconi». Berlusconi commenta poi le parole di Napolitano (il giudizio sul lodo spetta solo alla Corte Costituzionale): «Non mi interessa cosa ha detto il Capo dello Stato, mi sento preso in giro».


«Abbiamo giudici della Corte Costituzionale eletti da tre capi dello Stato della sinistra, che fanno della Consulta non un organo di garanzia ma un organo politico». In ogni caso, ha aggiunto Berlusconi, «noi andiamo avanti: i processi che mi scaglieranno nel piatto sono autentiche farse; sottrarrò qualche ora alla cura della cosa pubblica per andare là a sbugiardarli tutti».

Più contenuto, invece, il comunicato ufficiale di Palazzo Chigi. «Non posso non rispettare il responso della Corte costituzionale nel quadro di un sistema democratico. Prendo atto tuttavia che questo sistema, soprattutto per le modalità con cui vengono eletti i membri della Corte, rischia di alterare nel tempo un corretto equilibrio fra i poteri dello Stato, i quali traggono tutti origine dalla sovranità del popolo».

Ribatte il Quirinale. «Tutti sanno da che parte sta il presidente della Repubblica. Sta dalla parte della Costituzione, esercitando le sue funzioni con assoluta imparzialità e in uno spirito di leale collaborazione istituzionale» si legge in una nota diffusa dal Quirinale. Il giudizio di costituzionalità delle leggi «spetta soltanto alla Corte Costituzionale», e la sua decisione è stata accolta dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano «con rispetto».

Franceschini. «Sono parole inimmaginabili in qualsiasi altro Paese e anche in Italia fino a qualche anno fa» commenta Dario Franceschini, durante la tasmissione Otto e Mezzo, su La7. «È un atteggiamento totalmente irresponsabile - ha aggiunto - il presidente Napolitano ha svolto bene, in modo ineccepibile, il suo ruolo di garanzia». Franceschini invita il premier a «farsene una ragione», riferendosi alla sentenza della Consulta. «Oggi è una giornata importante per la democrazia - ha detto Franceschini - Il presidente del Consiglio immagina che, avendo vinto le elezioni, può violare le regole ed essere superiore a tutte le leggi e agli organi Costituzionali. Invece, deve rispettare le leggi come tutti i cittadini: dovrà farsene una ragione».

Il Pd cercherà di ottenere le dimissioni del premier sulle sue scelte di governo e non per la sentenza della Consulta sul Lodo Alfano, che «semplicemente ristabilisce un principio» ha concluso Franceschini.

Casini. «Napolitano è stato in questi giorni bersaglio di Di Pietro e da questa sera è il bersaglio anche di Berlusconi» ha detto a Porta a Porta il leader dell'Udc Pierferdinando Casini.

Alfano: non pensiamo a una legge costituzionale, sentenza che sorprende. «Non abbiamo intenzione di seguire la via della legge Costituzionale» ha risposto a Porta a Porta il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, alla domanda se il governo stia pensando all'ipotesi di un terzo lodo. «Questo - ha spiegato Alfano - aprirebbe il campo a una ipotesi di immunità parlamentare che non è nella nostra agenda. Comunque sulle valutazioni faremo il punto domani quando è convocato un ufficio politico del Pdl». Alfano aveva detto che la sentenza «sorprende» perché l'evocazione dell'art.138 della Costituzione poteva essere fatta nel 2004 sul Lodo Schifani.

Le reazioni del Pdl alla sentenza. «E' una sentenza politica - spiega Paolo Bonaiuti, portavoce di Silvio Berlusconi - ma il governo Berlusconi continuerà a governare come richiesto dagli italiani con il loro voto». Secondo Fabrizio Cicchitto la Consulta «ha rovesciato la sua precedente impostazione, l'unica spiegazione di questo così profondo cambiamento della sua dottrina sulla materia deriva da un processo di politicizzazione della Corte che si schiera sulla linea dell'attacco al Presidente Berlusconi». Per il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, «se fosse vero che lo scarto è stato minimo aumenterebbe il convincimento - dice - che si sia trattato di una scelta più politica che di diritto».

«La Corte da oggi non è più un organo di garanzia, è una sezione di partito» commenta Maurizio Gasparri. Della stessa idea ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini.

Lega. «Se si ferma il federalismo facciamo la guerra, andiamo avanti non ci piegano» ha commentato Umberto Bossi. «Nemmeno lui (Silvio Berlusconi n.d.r.) vuole le elezioni anticipate - dice - L'ho trovato forte e questo mi ha fatto molto piacere, l'ho trovato deciso a combattere». Prima della sentenza Bossi aveva detto che in caso di bocciatura la Lega avrebbe trascinato in piazza il popolo. Il Pd aveva condannato le parole del leader della Lega considerando «inaccettabile la pressione di Bossi sulla Corte Costituzionale», definite «una intimidazione esplicita» alla Consulta.

Le reazioni dell'opposizione. Per Pier Luigi Bersani la sentenza «ha chiarito che il premier è un cittadino come gli altri, il premier continui a lavorare e si rimetta alla sentenza». La Consulta ha «ristabilito il principio dell'uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge» ha detto il segretario del Pd, Dario Franceschini. «Una sentenza non politica» dalla quale il Silvio Berlusconi «dovrà trarre e credo trarrà le conseguenze» commenta Anna Finocchiaro. Piero Fassino si augura che «si accantoni definitivamente la teoria del complotto e prevalga la consapevolezza che le sentenze della Corte Costituzionale si rispettano».

Di Pietro. Berlusconi «la smetta di fare leggi a proprio uso e consumo, si dimetta dall'incarico e vada a fare quello che da 15 anni si ostina a non voler fare: l'imputato» ha detto Antonio Di Pietro.

Per Massimo D'Alema «non bisogna trarre conseguenze politiche dalla sentenza».

Secondo Pierferdinando Casini «inq uesto Paese c'è scarsa attitudine a rispettare le leggi e le sentenze» e la sentenza della Consulta sul lodo Alfano va rispettata ma «non è il giudizio universale». «Naturalmente il Governo che ha preso i voti degli elettori deve continuare a occuparsi dei problemi degli italiani che vengono prima di quelli Berlusconi».

«Ora il premier affronti il giudizio della magistratura» chiede il leader di Sinistra e Libertà, Nichi Vendola.

Gianni Alemanno. «La sentenza non intacca la legittimazione democratica del presidente Berlusconi e del Governo in carica che deve continuare la sua opera» ha commentato il sindaco di Roma, Gianni Alemanno.

Fini chiama Berlusconi: maggioranza solida. Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha chiamato il premier e, secondo quanto si è appreso in ambienti parlamentari, rassicurandolo sulla volontà di andare avanti in questa legislatura. La maggioranza è quella uscita dalle urne ed è solida, avrebbe tra l'altro detto Fini al presidente del Consiglio.

La sentenza della Consulta. Secondo i giudici della Corte Costituzionale il Lodo Alfano ha creato una differenziazione di trattamento tra cittadini (violazione art.3 della Costituzione) che può essere compiuta solo con una legge costituzionale (art.138). La Corte ha accolto le più importanti questioni di legittimità sollevate dai magistrati di Milano dinanzi ai quali il premier è imputato per corruzione in atti giudiziari dell'avvocato inglese David Mills e per reato societari nella compravendita dei diritti televisivi Mediaset. La Consulta ha invece dichiarato inammissibile il terzo ricorso, proposto dal gip di Roma, chiamato a decidere se archiviare (come chiesto dalla procura) su Berlusconi, indagato per istigazione alla corruzione di alcuni senatori eletti all'estero durante la scorsa legislatura.

Gli effetti. L'effetto della decisione presa a maggioranza (9-6) sarà la riapertura di due processi a carico del premier Berlusconi: per corruzione in atti giudiziari dell'avvocato David Mills e per reati societari nella compravendita di diritti tv Mediaset.

martedì 15 settembre 2009

CINA : ORGANI ESPIANTATI ILLEGALMENTE E ORRORI VARI




Made in China, orrori dietro un’etichetta
Angelo Calianno – tratto da Senza Codice http://senzacodice.blog.co.uk

Spesso quando cerchiamo di spiegare e di spiegarci il basso costo di tutta la merce proveniente dalla Cina, come scarpe, occhiali, vestiti, giocattoli, ci accontentiamo delle semplici risposte date dai media: ore di lavoro raddoppiate rispetto agli operai Italiani, sfruttamento del lavoro minorile, salari minimi; purtroppo però, non è tutto qui, dietro i costi abbattuti del “Made in China” ci sono storie di torture, omicidi, espianti e traffici d’organi illegali ed abusi contro la dignità umana che riguardano milioni di persone, dietro tutto questo c’è la storia dei Laogai.

La parola Laogai in cinese vuol dire “riforma, rieducazione attraverso il lavoro”.
I Laogai sono dei veri e propri campi di concentramento sui cui si basa il sistema carcerario cinese, il campo al suo interno racchiude diverse sezioni, ma non è solo una semplice galera.
In Cina infatti per reati “minori” si può essere rinchiusi per 3 anni senza nessun tipo di processo, infatti è la polizia a decidere la gravità di questo tipo di reati: violazioni come parlare a favore della democrazia, mostrare idee politiche in conflitto con il regime o semplicemente appartenere ad una minoranza etnica o religiosa (come Mongoli e Tibetani), vengono severamente punite.
Una volta rinchiusi i dissidenti devono confessare le proprie colpe e giurare fedeltà al governo; le confessioni vengono quasi sempre estorte con metodi disumani come l’uso del bastone a scossa elettrica, frusta o manganello, una volta “confessato” il proprio crimine, comincia la vera e propria riabilitazione attraverso il lavoro, o perlomeno così viene chiamata dai rappresentati del regime comunista cinese.

Ai detenuti vengono assegnate delle “quote” cioè una quantità di oggetti da produrre o lavori da svolgere in un giorno (si lavora dalle 16 alle 18 ore al giorno); lavori come assemblare giocattoli, cucire vestiti o peggio lavorare in miniere dove si esalano gas tossici senza nemmeno la minima protezione. Se il detenuto non riesce a svolgere per tempo la sua “quota” la razione di cibo diminuisce senza possibilità di appello.

In che modo il mercato occidentale è collegato con i Laogai? E’ tanto semplice quanto allarmante, un esempio pratico può essere un’azienda o un’industria occidentale (es.moda, oggettistica, tessile) che commissiona ad una società di import-export cinese una quantità di materiale da lavorare, assemblare o finire, soltanto che tutto questo lavoro viene svolto servendosi degli operai rinchiusi nei campi, a nessun costo, se non quello delle eventuali materie prime.
In Cina per legge, non si può rimanere rinchiusi per più di 3 anni senza un processo; ma molto spesso, per non diminuire la forza lavoro, alcuni detenuti che hanno già scontato la pena vengono considerati “non completamente riabilitati e non idonei alla società” quindi la detenzione nei campi viene prorogata.

Ma tutto questo non basta, le atrocità più cruente vengono commesse contro i condannati a morte, in Cina ci sono 60 reati per cui si può essere giustiziati ( le esecuzioni capitali avvengono con una frequenza impressionante), una volta giustiziati si procede all’espianto degli organi: reni, cornee, cuore, tutto destinato alla vendita negli ospedali militari, per legge in Cina chi riceve un organo non può chiederne la provenienza, né tanto meno i parenti del condannato possono vedere il cadavere, perché sempre per legge i corpi vengono cremati, cancellando così ogni traccia di misfatto. La copertura usata fino ad ora dal governo è che: “ogni espianto è autorizzato dai condannati a morte”, cosa difficile da credere visto che in Cina il corpo è considerato sacro, quindi intoccabile anche dopo la morte.
Per ogni giustiziato a cui vengono “presi” gli organi un soldato riceve 40 dollari di premio.

Wang Guoqi, un medico militare cinese dei Laogai, fuggito negli Stati Uniti ha confessato al noto quotidiano Guardian che illegalmente ai giustiziati veniva prelevata subito dopo l’esecuzione anche la pelle, destinata poi alle industrie cosmetiche europee e che un rene valeva fino a 30 mila dollari, lo stesso Wang Guoqi ha ammesso di aver preso parte ad un centinaio di espianti non autorizzati.
Le storie che trapelano dai dissidenti fuggiti dai campi sono tantissime, come le violenze da parte dei soldati verso i rinchiusi: molte donne vengono stuprate, e per quelle che dovessero avere una gravidanza concepita dallo stupro, l’aborto forzato con metodi rudimentali, anche all’ottavo mese.

Oggi, il nemico giurato dei Laogai si chiama Harry Wu: detenuto per 19 anni nei campi di concentramento solo per aver manifestato le sue simpatie per la democrazia. Harry Wu, ora è cittadino americano ed ha fondato la Laogai Research Foundation, un’organizzazione no-profit che divulga e fa conoscere al mondo questa orribile realtà. Per anni Harry Wu ha viaggiato tra Cina e Stati Uniti con la copertura di diplomatico o imprenditore per indagare e provare quale fosse l’effettiva provenienza delle merci cinesi.

Tra le varie campagne in atto dalla Laogai Research Foundation c’è quella di boicottare prodotti che riportano l’etichetta “Made in China”, anche se come dice lo stesso Wu: “il problema è che molti di questi articoli lavorati nei campi riportano marchi europei o statunitensi”. Sempre Harry Wu propone di ostacolare questo tipo di commercio, non acquistando merci facili da identificare e da isolare ,come i giocattoli, e facendo conoscere questa situazione anche ai propri governi attraverso lettere e petizioni.

Sapere con precisione il numero dei Laogai è impossibile, perché il governo li nasconde o li chiude per poi aprirne di nuovi in luoghi e province diverse, depistando così organizzazioni per la difesa dei diritti umani come Amnesty International o Human Rights Watch, si stima che attualmente ci siano più di 1000 campi e circa 6 milioni di detenuti.
In Italia siamo bombardati di notizie che parlano delle nuove economie, di come, a lungo andare le nuove industrie tessili orientali distruggeranno le nostre piccole imprese, della concorrenza spietata e delle proposte del governo di mettere dazi alla nuova imprenditoria cinese; quello che noi
conosciamo però, è soltanto una facciata dell’economia di una nazione che sta basando tutto il suo potere sulla privazione di un diritto che a nessun essere umano dovrebbe essere mai negato, la dignità.

Angelo Calianno.

PS: E' in atto un'importante campagna di boicottaggio per combattere queste azioni disumane, visitate il sito www.boycottmadeinchina.org oppure www.laogai.org

Per approfondire:

"La realtà dei Laogai: intervista a Hongda Harry Wu": http://mariomasi.wordpress.com/2007/01/26/la-realta-dei-laogai-%E2%80%93-intervista-a-hongda-harry-wu/
"Appello per chiudere i Laogai" http://www.libertates.com/it/content/view/247/64/
"Vi racconto gli orrori dei Laogai, i lager cinesi" http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=44397
"Cina: il lavoro forzato nei Laogai" http://www.ecn.org/filiarmonici/cina-030715.html

giovedì 10 settembre 2009

BERLUSCONI SI AUTOPROCLAMA MIGLIOR PRESIDENTE DELLA STORIA ITALIANA



"Sono convinto, essendo il recordman anche come presidente del Consiglio - proprio oggi ho superato il presidente del Consiglio, il grande politico Alcide De Gasperi che ha governato 2.497 giorni: io credo di avere toccato 2.500 giorni di governo - e vi dico che mettendo in campo l'esperienza che mi viene da una mia vecchia zia, mi dico che credo sinceramente di essere stato e di essere di gran lunga il migliore presidente del consiglio che l'Italia abbia potuto avere nei 150 anni della sua storia", ha detto Berlusconi nel corso della conferenza stampa congiunta con il premier spagnolo José Luis Rodriguez Zapatero al termine del bilaterale italo-spagnolo.

"E lo dico sulla base di ciò che ho fatto e faccio e che gli italiani conoscono bene ed è per questo credo che mi attribuscano il 68,4% di fiducia e di ammirazione", ha aggiunto.
Un cronista del quotidiano spagnolo El Paìs gli aveva chiesto se non ritenga che lo scandalo riportato sulla stampa internazionale legato alle sue vicende private per le feste con veline e prostitute e le polemiche interne al Pdl possano danneggiare l'immagine dell'Italia e se aveva mai pensato alle dimissioni.


L'arte di essere saggi è l'arte di capire a che cosa si può passar sopra.
(Williams James )