mercoledì 18 novembre 2009

E' LEGGE IL DECRETO SULLA PRIVATIZZAZIONE DELL'ACQUA

La Camera ha approvato la fiducia posta dal Governo sul Decreto Legge salva-infrazioni Ue. Il voto finale sul provvedimento, dopo l'esame degli ordini del giorno, è previsto domani alle 13. Il provvedimento contiene, all'articolo 15, la riforma dei servizi pubblici locali tra i quali viene inclusa anche la gestione degli acquedotti. Una privatizzazione dell'acqua contestata dall'opposizione e che aveva suscitato qualche perplessità anche nella Lega Nord. Alla fine però il Carroccio ha votato la fiducia al Governo. I voti favorevoli sono stati 320, i contrari 270.
Sull'onda del decreto, a Piazza Affari Acque Potabili e Mediterranea Acque hanno registrato un vero e proprio boom, segnando rispettivamente un rialzo del 21,19% e del 14,22%. A detta di un analista, sulle azioni "si può notare una certa speculazione, sull'aspettativa che si muova qualcosa sul fronte idrico, che però non è ancora giustificata da nessun numero o supporto". L'esperto prosegue spiegando come "questi titoli sono talmente volatili e facili da muovere", a causa del loro basso flottante, "che basta una piccola speculazione per influenzarne i prezzi".

Per il presidente dell'Antitrust, Antonio Catricalà, quello votato alla Camera "è un buon provvedimento perchè dà luogo a una liberalizzazione da tempo auspicata. L'acqua rimane un bene pubblico ma il servizio viene liberalizzato e questo non significa necessariamente privatizzato". Catricalà fa infatti riferimento al meccanismo delle gare che la legge prevede per affidare le concessioni. A giudizio del presidente dell'Antitrust "resta tuttavia da chiarire quale Autorità dovrà stabilire gli standard di qualità essenziali e le tariffe".

Posizione diametralmente opposta quella del Codacons che prevede una stangata in arrivo per le famiglie italiane. L'associazione dei consumatori, in una nota, ha stimato quanto peserà sulle tasche delle famiglie la privatizzazione dell'acqua. "Se consideriamo in 3 anni il tempo necessario perché il nuovo sistema vada a regime, alla fine di questo processo il rischio concreto è quello di un aumento medio del 30% delle tariffe dell'acqua".

lunedì 9 novembre 2009

L'ITALIA DEI VELENI - INCHIESTA TG1

A Speciale Tg1 l'inchiesta un viaggio nell' Italia dei veleni. Ci sono cinquattasette angoli del nostro Paese dove la gente convive con sostanze tossiche, le respira, ci cammina sopra, poi si ammala e muore. E' stato fatto abbastanza per cercare di cambiare questa situazione? Gli inviati di Speciale Tg1 linchiesta sono stati a Gela, Taranto, Valle del Sacco, Laguna di Grado, Broni e Crotone. In studio con Monica Maggioni, Marco Lupo del Ministero dellAmbiente, Fabrizio Bianchi del CNR, e Stefano Leoni, ex commissario bonifica ACNA

domenica 8 novembre 2009

MAOMETTO ERA PEDOFILO - SANTANCHE' - RISSA A CANALE 5

«Maometto per noi era poligamo e pedofilo, perchè aveva nove mogli e l'ultima di nove anni»: lo ha detto Daniela Santanchè, leader del movimento per l'Italia, nel corso del programma Domenica Cinque su Canale 5. Il dibattito affrontato in studio riguardava la polemica degli ultimi giorni sulla sentenza della Corte europea dei diritti umani di Strasburgo sui crocifissi nelle aule scolastiche. «Noi vogliamo parlare di cose serie, non delle sue schifezze», replica Ali Abu Schwaima, presidente del Centro Islamico di Milano e Lombardia. I due si accusano reciprocamente di non lasciarsi parlare. «Ecco l'ignoranza sua e di tutti quelli come lei, che non hanno altri argomenti per controbattere quel che dico» afferma sempre Schwaima, mentre la Santanchè continua a ripetere «per noi era pedofilo» e Vittorio Sgarbi, silenzioso, ride di gusto. Barbara D'Urso, la conduttrice scuote la testa e, prima di chiudere la discussione, dicendo tra l'altro di avere un crocefisso in camerino, Schwaima afferma che i «mussulmani non sono quelli che mettono le bombe», mentre la Santanchè ripete che non «noi non ascolteremo mai Maometto che era un poligamo e pedofilo» e invita l'Europa a «occuparsi del fatto che in Arabia Saudita danno le bambine agli sceicchi». E mentre tra il pubblico un arabo interviene animatamente, ma senza microfono non si sente quel che dice, il presidente del Centro islamico ribadisce che «Cristo per noi è uno dei cinque profeti maggiori e lo rispettiamo come il crocifisso, che, pur ritenendolo un falso storico, non chiediamo di toglierlo dalle scuole»


martedì 3 novembre 2009

SPARTAKUS

Ergastoli confermati. Per i boss del clan dei Casalesi la condanna è il carcere a vita. La prima sezione della Corte di Assise di Appello di Napoli ha confermato le 16 condanne all'ergastolo per i boss del clan dei Casalesi. Il processo "Spartacus", risultato di una grande indagine, condotta dal 1993 al 1998 dalla Procura Antimafia di Napoli, vede il carcere a vita per Francesco Schiavone, 55 anni, detto Sandokan, Francesco Bidognetti, soprannominato Cicciotto 'e mezzanotte, e per i boss latitanti Michele Zagaria e Antonio Iovine. ll massimo della pena è stato inflitto anche a Giuseppe Caterino, Mario Caterino (latitante), Cipriano D'Alessandro, Giuseppe Diana (latitante in primo grado condannato a nove anni), Enrico Martinelli, Sebastiano Panaro, Giuseppe Russo, Francesco Schiavone, detto 'Cicciariello', Walter Schiavone, Luigi Venosa, Vincenzo Zagaria e Alfredo Zara. Pena ridotta per Giuseppe Russo: nel 2005 ebbe l'ergastolo, oggi si prende 30 anni.

Il dispositivo della prima sezione presieduta da Raimondo Romeres, è molto complesso ed ha anche modificato la sentenza di primo grado del 15 settembre 2005 (che si era chiuso il 15 settembre del 2005, con 92 condanne, 21 ergastoli) relativamente ad alcuni capi di imputazione. In aula c'era anche Roberto Saviano, autore di Gomorra, il libro inchiesta che ha raccontato le trame del clan: "E' una vittoria dello Stato, della procura antimafia e anche di tanti cronisti che hanno lavorato nell'ombra. Ma credo sia soltanto l'inizio".


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